Centro Vittorio Tadini e Gal del Ducato in partnership per i boschi

Crotti: “E’ importante dare valore alla gestione delle aree boschive e sensibilizzare le imprese in questo senso”

Il Bosco in Emilia-Romagna costituisce una realtà di circa 543.000 ettari, coprendo più o meno il 25% del territorio regionale.
Un dato che può risultare in un certo senso impressionante e che è indubbiamente “figlio” del processo di abbandono delle aree più interne e montuose e dall’altro della progressiva rarefazione del tessuto insediativo e produttivo delle aziende agricole e forestali di montagna.

In questa situazione, va senz’altro evidenziato un aspetto positivo ossia l’incremento qualitativo e quantitativo delle foreste, che si traduce in un miglioramento dello stato della biodiversità delle aree montane: tuttavia questo sviluppo è purtroppo correlato non ad una valorizzazione della risorsa bosco, bensì d’una forte tendenza all’abbandono delle attività gestionali del bosco.

A ciò si aggiunge la frammentazione della proprietà dei boschi che, sebbene non vada considerata come un fattore negativo in sé, diviene negativa se non è compensata da un lato da una diffusa cultura forestale e dall'altro dall'organizzazione di forme cooperative di gestione.

In questo scenario, si sono inseriti gli interventi del Gal del Ducato, che con oltre 120.000 euro di contributi assegnati hanno finanziato, negli scorsi anni, progetti a favore di varie aziende che operano nell’ambito della gestione del bosco, che si sono certificate, e che hanno iniziato ad unirsi in consorzi, acquistando nuovi macchinari e attrezzature per la lavorazione dei boschi.

Su questa scia è di pochi giorni fa l’accordo tra GAL del Ducato e Centro Tadini, che punta a promuovere attività di informazione e sensibilizzazione sul tema della “certificazione”.

“L’obiettivo – spiega il Presidente del GAL del Ducato, Marco Crotti, - è quello di fornire alle imprese elementi di qualificazione professionale ed accompagnarle in percorsi aggregativi: il tutto sotto un brand territoriale che permetterà di creare filiere verticali bosco-consumatore certificate e di raggiungere la tracciabilità del legname e degli altri prodotti derivati anche non legnosi, creando così un’immagine di qualità della risorsa boschiva e dell’Appennino parmense e piacentino. Tra le attività in programma l’attivazione di uno sportello per le imprese, l’organizzazione di numerosi incontri di informazione e sensibilizzazione, la registrazione europea del marchio territoriale già realizzato, l’elaborazione di materiale informativo/promozionale vario (“guida informativa” alla certificazione, materiale promozionale relativo ai prodotti legnosi e non legnosi e una serie di video per parlare del bosco, del perché certificarsi ma anche della sua fruizione turistica) e un nuovo bando per le imprese forestali che assegnerà circa 90.000 euro di contributi alle imprese che decideranno di certificarsi”.


“Sono finiti e ormai abbandonati i regimi di aiuto a pioggia che purtroppo hanno caratterizzato molti interventi sulla montagna" conclude Crotti "i progetti annuali, che promuoviamo, puntano ad attivare e motivare piccoli gruppi di imprenditori su tematiche molto specifiche, che trovano un riconoscimento concreto nelle realtà territoriali".